La Nutrizionista risponde. Il respiro come forma di biohacking
- Federica Almondo
- 4 giorni fa
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IODONNA - Rubrica settimanale del mercoledì (10/12/25)

Caro Lettore,
Il biohacking è l’arte di usare scienza, fisiologia e consapevolezza per migliorare il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente funzionano ogni giorno. Non richiede strumenti complessi: significa leggere i segnali del proprio organismo e trasformare piccole abitudini quotidiane in strategie che aumentano energia, lucidità, performance e longevità.
In questo senso il respiro è uno dei biohacking più potenti, semplici e immediati. Non richiede attrezzature particolari e in pochi minuti modula l’asse dello stress (HPA ipotalamo-ipofisi-surrene), il sistema nervoso autonomo e persino la regolazione metabolica.
Il problema è che la maggior parte di noi respira in modo superficiale e rapido, mantenendo il corpo in una costante modalità “allerta”: cortisolo più alto, sonno più leggero, mente più agitata. Il respiro lento e diaframmatico, invece, attiva il nervo vago, riduce la frequenza cardiaca e porta quasi subito maggiore calma, concentrazione e stabilità.
Per capire quale tecnica usare, oggi abbiamo uno strumento molto utile: il biofeedback respiratorio. È un test non invasivo che analizza il tuo pattern respiratorio reale e indica quale metodo è più efficace per te in questo momento della tua vita.
Esistono infatti diverse tecniche, ciascuna con effetti specifici sul sistema nervoso:la 5-5, la 4-2-6, la 4-7-8, la respirazione quadratica e molte altre. Non tutte funzionano allo stesso modo per tutte le persone. La buona notizia è che in una sola seduta puoi imparare a respirare correttamente e iniziare subito a sentirne i benefici.
E mantenerli nella quotidianità è sorprendentemente semplice: gli studi indicano che bastano 5 minuti al mattino, 5 minuti alla sera e 3 minuti durante il giorno, purché fatti con regolarità.
Già dopo soli 8 mesi:
si abbassa la pressione arteriosa
diminuisce il cortisolo (e quindi lo stress)
aumenta l’HRV cioè la variabilità cardiaca uno dei più affidabili markers di resilienza e longevità.
Migliorano anche alcuni parametri ematochimici come la resistenza all’insulina
È biohacking nella sua forma più pura: semplice, scientifico e che può realmente contribuire a benessere a breve termine e soprattutto ad una longevità resiliente.


