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La Nutrizionista risponde. Il respiro come forma di biohacking

IODONNA - Rubrica settimanale del mercoledì (10/12/25)


respiro e biohacking


Caro Lettore,


Il biohacking è l’arte di usare scienza, fisiologia e consapevolezza per migliorare il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente funzionano ogni giorno. Non richiede strumenti complessi: significa leggere i segnali del proprio organismo e trasformare piccole abitudini quotidiane in strategie che aumentano energia, lucidità, performance e longevità.


In questo senso il respiro è uno dei biohacking più potenti, semplici e immediati. Non richiede attrezzature particolari e in pochi minuti modula l’asse dello stress (HPA ipotalamo-ipofisi-surrene), il sistema nervoso autonomo e persino la regolazione metabolica.

Il problema è che la maggior parte di noi respira in modo superficiale e rapido, mantenendo il corpo in una costante modalità “allerta”: cortisolo più alto, sonno più leggero, mente più agitata. Il respiro lento e diaframmatico, invece, attiva il nervo vago, riduce la frequenza cardiaca e porta quasi subito maggiore calma, concentrazione e stabilità.


Per capire quale tecnica usare, oggi abbiamo uno strumento molto utile: il biofeedback respiratorio. È un test non invasivo che analizza il tuo pattern respiratorio reale e indica quale metodo è più efficace per te in questo momento della tua vita.


Esistono infatti diverse tecniche, ciascuna con effetti specifici sul sistema nervoso:la 5-5, la 4-2-6, la 4-7-8, la respirazione quadratica e molte altre. Non tutte funzionano allo stesso modo per tutte le persone. La buona notizia è che in una sola seduta puoi imparare a respirare correttamente e iniziare subito a sentirne i benefici.

E mantenerli nella quotidianità è sorprendentemente semplice: gli studi indicano che bastano 5 minuti al mattino, 5 minuti alla sera e 3 minuti durante il giorno, purché fatti con regolarità.


Già dopo soli 8 mesi:

  • si abbassa la pressione arteriosa

  • diminuisce il cortisolo (e quindi lo stress)

  • aumenta l’HRV cioè la variabilità cardiaca uno dei più affidabili markers di resilienza e longevità.

  • Migliorano anche alcuni parametri ematochimici come la resistenza all’insulina


È biohacking nella sua forma più pura: semplice, scientifico e che può realmente contribuire a benessere a breve termine e soprattutto ad una longevità resiliente.




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