La Nutrizionista risponde. È vero che l’eritritolo può sostituire lo zucchero con meno effetti negativi sulla glicemia?
- Federica Almondo
- 2 dic
- Tempo di lettura: 2 min
IODONNA - Rubrica settimanale del martedì (02/12/25)

Caro Lettore,
L’eritritolo è oggi uno dei dolcificanti più usati proprio perché ha un effetto quasi nullo sulla glicemia. È un poliolo, una molecola che il nostro organismo assorbe ma praticamente non metabolizza: questo significa che non produce calorie e non provoca rialzi di zucchero nel sangue, un vantaggio importante per chi deve controllare il peso o la risposta glicemica dopo i pasti.
Eritritolo: i vantaggi e gli svantaggi
Uno dei motivi che rende l’eritritolo così apprezzato è che si comporta in modo molto simile allo zucchero per gusto e consistenza, ma senza i suoi effetti metabolici. Inoltre, è generalmente più tollerato di altri dolcificanti “senza calorie”. Può dare un po’ di gonfiore ma solo se assunto in quantità elevate e comunque succede di rado e in forma transitoria.
Eritritolo e intestino
Un punto che interessa sempre molto i lettori riguarda il microbiota intestinale, perché ormai sappiamo quanto il suo equilibrio sia legato al metabolismo, all’infiammazione, al sistema immunitario e persino all’umore. A differenza di altri dolcificanti, l’eritritolo viene assorbito nell’intestino tenue molto velocemente (di fatto non ha il tempo di alterare o avere effetti negativi sul piccolo intestino), quindi, al colon non arriva quasi nulla. Ciò significa che non c’è abbastanza substrato per essere fermentato dai batteri intestinali. Le ricerche disponibili indicano che non altera in modo significativo la composizione del microbiota e non favorisce produzione di gas o altri metaboliti fastidiosi. È uno dei motivi per cui risulta spesso meglio tollerato rispetto ad alternative più note.
Gli effetti cardiovascolari
Negli ultimi anni si è parlato molto dei possibili effetti cardiovascolari, dopo uno studio che mostrava come livelli molto alti di eritritolo nel sangue fossero associati a un aumento del rischio in persone già fragili o con malattie metaboliche. È però importante chiarire un punto: quei livelli elevati erano dovuti per la maggior parte alla produzione endogena, cioè generati dal metabolismo del glucosio in particolari condizioni, non dall’assunzione tramite alimenti. Gli studi successivi non hanno confermato un ruolo causale del consumo di eritritolo nelle malattie cardiovascolari. Per il consumo alimentare normale, nelle quantità tipiche della dieta, non ci sono prove di pericolo documentato.
Non fa miracoli, ma…
In conclusione, l’eritritolo è oggi una delle alternative allo zucchero con il miglior bilanciamento tra gusto, sicurezza e impatto metabolico. Non fa miracoli: va comunque inserito in un’alimentazione equilibrata, senza esagerare con le dosi. Ma per chi vuole ridurre zuccheri e picchi glicemici, resta una scelta solida e supportata da buone evidenze.






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